Interdittiva all’Adige Costruzioni

Risulta “esposta a rischi di condizionamento da parte della criminalità organizzata per collegamenti con gruppi di matrice ‘ndranghetista operanti in provincia ed in altre aree del nord e del sud Italia” secondo le analisi condotte dal gruppo interforze della Prefettura di Verona città dove l’Adige Costruzioni srl ha sede. Alcuni mezzi dell’impresa salita ieri agli onori della cronaca, erano stati intercettati due anni fa nei cantieri per l’ammodernamento della strada Alemagna a sostegno di un’altra ditta interdetta per mafia, la Garda Costruzioni di Mantova. Quest’ultima era riuscita a trovar posto nel gran ballo dei subappalti per i lavori dei Mondiali di Sci di Cortina d’Ampezzo dell’inverno scorso. Malgrado, secondo gli inquirenti, molte tracce riconducano la ditta mantovana nell’orbita della clan Iannazzo di Lamezia Terme tra cui Gennaro Longo già alla guida della Elle Due Costruzioni impegnata, nel 2012, nell’edificazione della caserma dei carabinieri di Dueville nel vicentino, appalto ottenuto grazie ai buoni servigi di corregionali residenti al Lido di Venezia.

Tra l’Adige Costruzioni srl di Verona, interdetta ieri, e la Garda Costruzioni di Mantova, interdetta nell’ottobre del 2020, c’è un legame nitido rappresentato da Cristiana Curasì di Verona, incensurata, che controlla ufficialmente entrambe le società. E poi ci sarebbe un legame più nascosto, secondo l’ipotesi della Prefettura, rappresentato da Salvatore Curasì, precedente socio unico della Garda Costruzioni e, secondo la prefettura mantovana “controllato unitamente a persone gravate da precedenti penali ai sensi della normativa antimafia” e dal legale rappresentante della Adige Costruzioni srl, Marco Pozzan, commercialista di Mozzecane nel veronese, anche lui implicato in rapporti ad alto rischio come quelli con la tristemente nota famiglia Mercurio.

Le prefetture starebbero quindi seguendo i fili societari che si dipanano dalla Garda Costruzioni che ha sede presso uno studio di consulenza aziendale di Mantova, la “Unitax Consulting Stp”. La ditta mantovana aveva distaccato una manciata di operai – con “compiti di controllo del personale e sostanziale direzione dei cantieri” – ad un Raggruppamento Temporaneo di imprese che comprendeva la Site di Bologna, la Valtellina di Gorle nel bergamasco e la Milani Giovanni & C. di Osnago in provincia di Lecco. Tutte ditte di rodata esperienza nel settore delle telecomunicazioni e dell’impiantistica elettrica. I contratti di distacco erano, come sottolineano gli investigatori, palesemente non validi in quanto gli operai – alcuni dei quali “gravati da precedenti rilevanti sotto il profilo della normativa antimafia” – venivano assunti dalla Garda srl giusto il tempo per distaccarli prefigurando così la “somministrazione di lavoro irregolare”. Ma i contratti vanno sottoscritti in due e a quanto ci consta nessun provvedimento sanzionatorio ha raggiunto, ad oggi, il Raggruppamento Temporaneo di imprese che godevano dei servigi – di fatto il controllo e il disciplinamento della forza lavoro – da parte dell’impresa in odor di mafia.

In questi giorni stanno riprendendo, in anticipo sui tempi vista la mancanza di neve, i lavori sull’Alemagna iniziati per i Mondiali di Sci e che stanno proseguendo in vista delle Olimpiadi.

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