La liason tra Grandi Costruzioni Ferroviarie (GCF) e il mondo delle imprese controllate in diverso modo da soggetti vicini alla ‘ndrangheta nasce in Veneto. Edoardo Rossi, il patron delle Grandi Costruzioni Ferroviarie (GCF) – una delle più grandi imprese di manutenzione ferroviarie italiane – consolida i suoi rapporti con quel mondo grazie al partnership avviata con la famiglia Giardino, originaria di Isola Capo Rizzuto, ma a Verona da quasi trent’anni. “Conosco Vincenzo Giardino da tempo, la sua ditta così come la Nicofer [la ditta che faceva riferimento alla famiglia Nicoscia poi oggetto di un’interdittiva antimafia nda] ha già lavorato in Italia con la GCF” raccontò Rossi al sottoscritto nel 2016. Ricordiamo che gli Aloisio di Varese, arrestati nell’attuale inchiesta, sono parenti dei Giardino e Alfonso Alosio è finito condannato assieme a Vincenzo ed Alfonso Guardino in una brutta vicenda di estorsioni ed usura.
E il rapporto con la GCF rappresenterà una delle poste in gioco nella faticosa trattativa con l’assessore veronese Marco Giorlo perché i Giardino vedessero riconosciuto il loro impegno nella campagna elettorale del 2012 che ha riportato Flavio Tosi alla poltrona di sindaco e Giorlo, ex ferroviere, al ruolo di assessore. Racconta intercettato Alfonso Giardino riferendo un discorso fatto da Marco Giorlo: “Siccome so che siete bravi nell’ambito ferroviario io vi voglio far lavorare anche là, gli ho detto Marco, vedi che è dura però eh, non è che, mi ha detto ascolta se io vi porto a Roma vi porto da quello, quello che vi deve far lavorare, quello che vi ha detto l’altra volta”. E la GCF ha proprio sede a Roma, ed è proprio da allora che le ditte dei Giardino e degli Aloisio hanno iniziato lavorare in tutta Italia la seguito della GCF. Non una prova, ma qualcosa di più di un indizio.
Un altro personaggio molto attivo in Veneto, e finito nell’inchiesta, è il commercialista Leonardo Villirilo, molto attivo nella consulenza ad imprenditori tra le province di Verona e di Rovigo prima di venir arrestato e condannato a Piacenza per associazione di tipo mafioso.
Numerose sono, e sono state, le società legate ai Giardino attive nel settore ferroviario in Italai come in Slovacchia.
Il rapporto tra Gcf e la famiglia Giardino e Nicoscia, anche tra di lor imparentati, avrà il suo salto di qualità operando in Danimarca nella costruzione della linea ferroviaria nella città Aarhus. In quell’occasione fu combattivo sindacato danese a denunciare il clima di minacce in cui vivevano gli operai e le modalità e calcolare che con la gestione dei Giardino erano stati sottratti quasi 3 milioni di euro in due anni dalle paghe dei 141 lavoratori. La manodopera, il suo disciplinamento e il giro di soldi in nero che permette la sua gestione, è anche in questa vicenda, la chiave del rapporto tra le imprese e l’ambiente ndranghestita. Grazie anche all’utilizzo disinvolto del distacco dei lavoratori, come è accaduto per i lavori per i Mondiali di Cortina, un dispositivo previsto dalla legge che permette a determinate condizioni, che una ditta possa chiedere di affittare operai ad una altra impresa che si è dimostrato un lasciapassare per operazioni criminali e di puro sfruttamento.