“Le cosche di ‘ndrangheta, per quanto saldamente presenti nella regione d’origine, appaiono sempre più interconnesse con altre aree del territorio nazionale, specie del centro nord”. E’ uno dei passaggi centrali della relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia uscita in questi giorni. Secondo la Dia stiamo assistendo, in questi ultimo periodo, ad un rafforzarsi degli interessi imprenditoriali delle mafie nei territori del centro nord. Ma spulciando la relazione della polizia antimafia apprendiamo che le dinamiche possono essere anche molto diverse e può accadere che siano le imprese venete a proiettare la propria attività nel sud grazie ai buoni uffici delle cosche locali. E’ quello che sarebbe accaduto all’impresa Elimediterranea s.p.a. di Vicenza, amministrata da Giuseppe e Luigi Torniello, che forniva elicotteri alla Regione Calabria per la lotta agli incendi boschivi. Gli imprenditori, arrestati nell’aprile del 2017, sono accusati dalla procura di Catanzaro di truffa aggravata ai danni dello Stato e, da quanto apprendiamo dalla relazione della Dia, a supportarli nella malversazione sarebbe stata la cosca Grande Aracri di Cutro grazie alla sua capacità di condizionare la pubblica amministrazione.
In generale la presenza criminale calabrese risulta in Veneto “significativa”, mentre per quanto riguarda la camorra viene citata l’operatività della famiglia Mazzaferro attivo nel gioco d’azzardo anche nella nostra regione.
Per quanto riguarda la mafia siciliana “gli esiti di varie attività di polizia giudiziaria concluse nel recente passato – scrivono gli investigatori antimafia – segnalano, nel Veneto, presenze di soggetti legati a cosa nostra” che risultano attivi nel riciclaggio e nel reinvestimento di capitali illeciti, anche attraverso l’acquisizione di attività commerciali ed imprenditoriali.