Camorra nel Veneto orientale. Una storia che viene da lontano

A dar retta a vecchi investigatori la presenza della camorra nella zona del Veneto orientale origina da un fatto doloroso e lontano: il rapimento avvenuto nel 1980 del veronese Marco Aurelio Pasti. Pasti, possidente terriero, fu rapito a 78 anni nella sua villa di Eraclea e liberato a Mantova dopo 18 giorni con un riscatto di un miliardo.
Individuati ed arrestati negli anni gli autori del rapimento, una banda di giostrai, secondo fonti accreditate in realtà i soldi del riscatto alimentarono investimenti e consolidarono relazioni della camorra nell’area. Aldilà delle ipotesi fatto sta che risale già al febbraio del 1998 l’arresto a Caorle di Costantino Sarno figura di spicco del clan Licciardi, con lui sequestrati negozi e società attive, nei comuni del litorale tra il Veneto e il Friuli, nel commercio delle pelli. Nell’ambito del procedimento a suo carico, sono state sequestrate diverse ditte, attive soprattutto nel commercio di pelli, nei comuni del litorale tra il Veneto e il Friuli. Nel 2002 al Cavallino viene arrestato Massimiliano Schisano del clan Mallardo. Latitante è condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso. Nel 2004 viene arrestato Domenico Celardo, napoletano da anni residente nel Sandonatese. Più volte arrestato per spaccio, intestatario di diverse attività economiche tra cui un ristorante, muore per malattia nel 2011.
Nel 2005 viene arrestato per traffico di droga nel sandonatese Salvatore Gemito, formalmente impiegato nell’edilizia. E sempre quell’anno è il turno di Vittorio Persico arrestato a Bibbione e affiliato al noto clan camorristico dei Licciardi. Poco tempo prima è Vincenzo Pernice, sempre del clan Licciardi, ad essere catturato a Portogruaro. Nel 2006, nel corso dell’operazione Fenus vengono arrestate una serie di persone che stavano avviando un’attività di usura ed estorsione tra Jesolo, Eraclea e San Donà. Si tratta di persone di origine campana e pugliese.
Sempre nel 2006 Luciano Donadio, imprenditore di origine campane ma da decenni residente in Veneto e attivo a Eraclea nella costruzione di alcuni villaggi turistici come il Villaggio dei Lecci e il Villaggio dei Tigli, patteggia una pena ad un anno e otto mesi di carcere per usura. Donadio ha sempre respinto con decisione le accuse che lo vorrebbero contiguo ad ambienti criminali.
Un’altra inchiesta ha investito il litorale orientale veneto con l’arresto di 13 persone, tra cui alcuni napoletani ritenuti vicini alla camorra, un funzionario di banca e il patron del San Donà Calcio. Le indagini avrebbero fatto venire alla luce un patto criminale tra un funzionario di banca di Caorle, in provincia Venezia, un imprenditore e diversi pregiudicati di Napoli e Casal di Principe. Le accuse a loro carico sono di estorsione aggravata, porto d’armi da sparo, truffa, lesioni gravi, falso e ricettazione, tutti reati commessi con l’aggravante delle modalità mafiose. L’impianto accusatorio ha retto nei diversi gradi di giudizio.
Un susseguirsi di segnali che disegnano una mappa, in quest’area, di una presenza di lungo periodo, stratificata e in grado di relazionarsi con settori della società locale in particolare nel settore dell’edilizia. «La camorra – scriveva un analista come Amato Lamberti – non si limita ad essere una struttura parassitaria di sfruttamento, con capacità di controllo sociale, ma è il «prodotto», per così dire naturale, di uno sviluppo distorto, parassitario, assistito dall’esterno, fortemente caratterizzato da modalità illegali di gestione amministrativa e di governo politico».
Il boom delle costruzioni che investito la costa veneta negli ultimi decenni e cresciuto all’ombra degli accordi politici necessari al suo perpetuarsi sembra, in qualche modo corrispondere allo “sviluppo distorto” di cui scriveva Lamberti, e i segnali che si susseguono documentano il profilerare del “prodotto”. La camorra, appunto.

4 pensieri riguardo “Camorra nel Veneto orientale. Una storia che viene da lontano

  1. Pingback: ANFITEATRO BERICO
  2. Ci sono ancora tantissime imprese, sopratutto vicentine coperte da persone legate al trasferimento di personale per aggiustare sentenze e indagini. Si tratta di certi poliziotti, carabinieri e magistrati compiacenti i cui nomi sono nel libro paga di qualsiasi associazione a delinquere criminale di stampo mafioso utilizzano. Pure lasciando vistose tracce nei cervelloni della Procura, del Ministero, delle strutture e dei Servizi Segreti a disposizione dell’Antimafia, e del Viminale per farne però il proprio feudo criminale .Basti vedere tutti i ministri dell’interno Berlusconi. E cercarne uno pulito !
    Questa “casta ” di ricettatori, con i loro gregari agirono, colpiscono, ricattando, taglieggiando imprenditori onesti. Dall’altra parte quel denaro estorto, sopratutto da ignobili rapimenti è stato investito nelle aziende di imprenditori vicentini compiacenti ma sarebbe giusto dire: complici finti ingenui “premiati” dal ex bancario sindaco di Vicenza, presidente delle Provincia, ex sotto-segretario agli interni che consigliava incoraggiando pubblicamente i risparmiatori di credere alla ormai logora “banca bidone” adattata per ripulire i risparmi dei vicentini affidandoli al prestanome viticoltore in crisi Gianni Zonin. e’ sempre lui che in veste di sindaco ha occultato con i suoi sodali istiiuzionali i 10 milioni stanziati per abbattere il tribunale abusivo di Borgo Berga. Sto parlando del vicentino Achille Variati reclutato dall’organizzazione addetta alla ripulitura , l’ex dipendente di una altra importante banca coinvolte nel nascosto traffico di mazzette tracciate utilizzate per pagare i riscatti dei sequestri di persona versati dagli imprenditori dei familiari rapiti su cui ndagava il povero Giovanni Falcone fatto saltare in aria dal siciliano Marcello Dell’Utri e dal furbetto Berlusconi che coprivano il losco traffico. Denaro in parte, da Berlusconi e soci, e dalla banca Vaticana IOR del Papa che riciclava, fini a Vicenza poi reinvestito nel traffico di stupefacenti ed edilizia mediante utilizzo di poveri diavoli disperati tacciati di mafia mentre la vera mafia, la regia che ha ammazzato Falcone e Borsellino, sono loro. Operazioni criminali che con proventi del loro nuovo business, il traffico di finto smaltimento dei rifiuti di quella spazzatura che non viene per nulla smaltita distruggendo così l’ambiente e con i cui proventi TARI si finanziano cultura farlocca , pseudo giornalisti al soldo della mafia, destinati a servizi del Giornale di Vicenza, del Corsera come Alessandro Russello del Mattino di Padova – Giornalai che si incaricano di depistare e coprire informazioni . Il Variati dopo l’omicidio del Boeche che aveva denunciato quello che accadeva nell’Oasi di Borgo Casale è riuscito a imporre l’oblio sulle sue complicità grazie al suo amante, il ragazzino Jacopo Bulgari. Quando parlate di questa banda e li vedete intento a fare festa in rossi salotti cardinalizi , dovete ricordarvi di ragazzi come Carlo Celadon, di Isoli, del Conte Pasti. Della vita sempre scortata che dovettero fare le sorelle Mioni dei familiari dei sequestrati, rovinatisi per pagare i riscatti a questi criminali istituzionali o a cui in certi casi sono stati drogati anche i figli senza fare sconti alla Banca dei rapimenti, la banca Rasini di Luigi Berulusconi. I sequestri di persona cominciarono da li, ad Arcore. Decisi, furono pianificati, progettati e messi a segno tutti all’interno della Rasini di Luigi Berulusconi, . Lo stesso traffico internazionale di droga, dal Pirellone i elicottero a Ibiza i yacht e nel resto del mondo . all’iniziale traffico di eroina e cocaina detto “Operazione di Drogatura della Popolazione Italiana” nato sotto l’egida di Bettino Craxi .Costui scappando all’estero riuscì a sottrarsi alla furia degli industriali Milanesi derubati di tutto per ottenere la liberazione del proprio congiunto mentre solo il soldale Mariano Rumor pagò nel suo omicidio ad Asiago e mentre a fare da guardia bidoni a Milano , in Lombardia e Veneto per la mafia siciliana, cioè a controllare Berlusconi che non facesse per quella nuova mafia si piazzò a Milano il mafioso, poi fatto ” senatore” Marcello Dell’Utri e il killer esperto in sequestri di persona Vittorio Mangano, educatore di Marina Berlusconi . https://anfiteatroberico.com/loperazione-liberazione-celadon-operazione-pirati-barbareschi/

Lascia un commento