A proposito del recente arresto a Chioggia del camorrista Luigi Cimmino, (qui) riesumiamo una vecchia storia di latitanti in Veneto pubblicando la testimonianza, raccolta nel 2006 da Lucia Vastano, di Lorenzo Signori, ex sindaco di san Pietro di Rosà:
“I fratelli Agizza erano proprietari di una discarica qui. Erano camorristi ricercati dalla polizia in tutta Italia, latitanti da anni. Nessuno di noi sapeva chi fossero, nessuno di noi aveva mai visto una loro fotografia su un giornale. Io ai tempi ero sindaco e l’allora ministro Enzo Scotti me li raccomandò dicendo che lavoravano bene. In seguito prese le distanze dicendo che non sapeva fossero ricercati. Li aveva visti all’opera e gli erano sembrati scrupolosi e veloci. Io non diedi loro l’incarico perché avevo già altre ditte sottomano, ma non ebbi alcun sospetto sulla loro identità.
La gente di qui li incontrava al bar, qualcuno ci scambiava quattro chiacchiere. Il nostro è un piccolo paese, dove ci si conosce tutti. Un “forestiero” non rimane un estraneo per molto. Ma Polizia e Carabinieri locali forse avrebbero dovuto occuparsi di loro prima dell’arresto, avrebbero dovuto farsi qualche domanda sulla loro identità. Sono venuti da Palermo per arrestarli, qui nessuno si è mosso. Sicuramente per agire per anni indisturbati dovevano avere delle protezioni altolocate.
Nessuno, dopo la clamorosa rivelazione, si è però mai interrogato per scoprire le loro aderenze con il potere locale. Dopo l’arresto tutto è finito lì, così come è capitato nel caso di Felice Maniero, che ingenuamente si preferisce credere abbia agito sempre da solo, senza protezioni. Nessuno ha mai fatto indagini per scoprire quali fossero i suoi agganci istituzionali. Nella discarica degli Agizza furono trovati rifiuti tossici. Fu la Provincia a bonificare il terreno. Venivano scaricati bidoni tossici provenienti da Marghera. Per me è ancora una bomba ecologica. È stato messo un coperchio, ecco tutto”.
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