Il sindaco del nostro tempo

Alle volte sembrano zampate a vuoto: proposte “temporanee” di Bitonci, sindaco di Padova, – in alcuni casi veri e propri attacchi  nei confronti di alcuni soggetti sociali – che vengono, dopo poco, ritirate. Dalla chiusura del “biologico in piassa” alla riapertura al traffico di via San Francesco, dalla vicenda del centro sociale Pedro alla “regolamentazione” dell’accesso a Palazzo Moroni per i giornalisti. Ed altri ancora.

Sembra tastare il terreno di una città che in parte non conosce e non controlla. Non ha a disposizione un partito radicato – la Lega a Padova è potente, ma evanescente – che possa fargli da sensore sociale o da strumento del consenso. Per questo procede un po’ a tentoni, verificando le reazioni di una città complessa con cui non è del tutto in sintonia.

In realtà ci sono due numeri che permettono di individuare la linea retta della sua politica: 9 milioni e 665 mila. Il primo è l’entità del taglio alle politiche sociali negli ultimi due anni, l’altro è il numero di passeggeri persi dalle linee del trasporto pubblico tra il 2014 e il 2015.

Entrambe i numeri misurano lo smentellamento di servizi che hanno in (piccola) parte assicurato una città più integrata.  Il trasporto pubblico assicura mobilità a tutti ed in particolare a chi non può permettersi (sono e saranno sempre di più) l’uso quotidiano della auto. I servizi sociali, variamente intesi, assicurano, materialmente e simbolicamente, l’esistenza di legami e responsabilità per cui il destino di ciascuno, in qualche modo, riguarda tutti.

Indebolire queste risorse significa abbandonare la città al destino del nostro tempo: linee di frattura che si approfondiscono e si moltiplicano, tra ricchi e poveri, tra integrati e borderline, tra competenti e non competenti, giovani e anziani, autoctoni e stranieri. Il tramonto, nei fatti, della città come l’abbiamo conosciuta in questi secoli.

La classe media che è stata la spina dorsale della città si disperde tra l’alto e il basso e la polarizzazione delle diseguaglianze, in città, si traduce in distanze, in luoghi e circuiti differenziati. Più che uno scenario si tratta di un processo che molti studi e analisi raccontano (qui e qui).Sarebbe il momento di innovare e rilanciare, pur nella ristrettezza delle risorse, politiche che assicurano qualità urbana anche nella crisi (che il futuro non è già scritto). Padova sta producendo, dal basso, innovazione sociale: nell’abitare – esperienze di cohousing e di mutualità abitativa-, nel qualificare spazi esposti al degrado – piazza Gasparotto e la zona della Stazione -, nel praticare interculturalità, nel creare nuove imprese anche a carattere sociale. Tutti elementi utili per traccciare un’agenda urbana dell’inclusione.

Ad avercelo, un sindaco (che immagina un altro tempo).

7 pensieri riguardo “Il sindaco del nostro tempo

  1. Aggiungerei anche gli effetti deleteri della sottocultura becera è discriminante che emerge da ogni suo intervento, della semplificazione banale e sostanzialmente falsa di ogni sua analisi. Questo può avere, anzi avrà, effetti pesanti non solo dal punto di vista politico sociale, ma anche economico, provincializzando e marginalizzando sempre di più la nostra citta

  2. Ma per favore, i passeggeri persi….sono PERSI perché non si è tranquilli, perché io, ad esempio, non mi siedo volentieri accanto ad una persona palesemente FATTA e, altro esempio, non amo dovermi guardare sempre le spalle perché c’è il rischio che qualcuno (ogni santa volta) mi rubi qualcosa!

    1. Cara Giulia, non penso sia quello che tu segnali il principale problema del trasporto pubblico (anche se non è trascurabile, soprattutto per una donna). Comunque va affrontato, senza trasporto pubblico la città soffoca e rimane immobile. Non è chiaro su questo cosa intenda fare il “sindaco del nostro tempo”. buona giornata, comunque

      1. Sono d’accordo sul fatto che non sia l’unico problema del trasporto pubblico(ne ho usufruito per molti anni per recarmi a scuola), ma, ad oggi, lo evito per quello. Buona giornata anche a lei

    2. se dovessimo accettare il suo argomentare , signora , dovremo dedurre che in oltre due anni di governo il suo sindaco bitongi non ha fatto nulla contro lo degrado sui bus. Si chiarisca le idee, non si capisce cosa vuole dire.

      1. Mi dispiace deluderla, ma ho le idee chiarissime. È molto difficile in poco tempo sistemare situazioni dovute ad anni ed anni di lassismo. Destra, sinistra, centro, “giù”, “su” e via dicendo…, i miracoli non li fa NESSUNO!
        Comunque (passatemela in ridere), che i 665 mila che non usufruiscono più del trasporto pubblico siano tutti i delinquentelli che son spariti con l’avvento di bitonci? Che robe… me tocca tornar tore a corriera/tram per verificare!😂

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