E’ stato arrestato (qui) ieri il costruttore, ed ex vicesindaco di Alcamo, Pasquale Perricone. Secondo gli inquirenti era a capo di un comitato di affari in grado di condizionare l’assegnazione degli appalti pubblici. Il tutto è partito dalla bancarotta della Nettuno, una società consortile che lavorava alla riqualificazione del porto di Castellammare. Tra le aziende aggiudicatarie dei lavori, insieme alla Nettuno, la veneta Coveco, il consorzio veneto delle cooperative “rosse” già coprotagonista dello scandalo Mose (l’ex presidente della Coveco Franco Morbiolo ha patteggiato la pena di un anno e 6 mesi e il pagamento di 19.500 euro).
Perricone, secondo alcuni collaboratori di giustizia sarebbe contiguo alla famiglia mafiosa dei Melodia di Alcamo e, secondo la procura, sarebbe il regista occulto delle due società socie della Coveco nei lavori al porto di Castellamare.
Per altro il tribunale di Trapani ha rinviato a giudizio, il 18 maggio scorso, quattro persone proprio per i lavori i potenziamento e messa in sicurezza del porto di Castellammare del Golfo. L’accusa è di aver usato cemento depotenziato. I fatti si riferiscono al 2010. Tra le quattro persone rinviate a giudizio Domenico Parisi, rappresentante dell’associazione temporanea d’imprese composta dalle imprese Coveco, Comesi e Cogem.