I numeri sono significativi: le somme elargite alle vittime di estorsione ed usura dalla struttura del Ministero dell’Interno dedicata a questi fenomeni, sono aumentate dal 2019 e il 2020 nel Veneto del 61% per quanto riguarda le estorsioni e del 28% per quanto riguarda l’usura. Ma è bene chiarire subito che il Covid non c’entra. Tra la commissione dei reati e la concessione delle somme da parte del Ministero passa il tempo dell’accertamento dei fatti e che può essere anche di più di un anno.
L’istantanea che ci regala la Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura riguarda quindi una periodo antecedente alla crisi.
Gli unici dati che riguardano quest’anno (fino a settembre) e che quindi hanno a che fare con la crisi determinata dal Covid, si riferiscono alle istanze presentate, che per quanto riguarda il Veneto sono in effetti aumentate passando da 4 a 7 le estorsioni – erano state 12 nel 2018 – e da 16 a 27 i casi di usura, ed erano state 67 nel 2018.
Sulle reali dimensioni dell’effetto Covid su questi fenomeni occorrerà attendere, anche se il Commissario Anna Paola Porzio sottolinea nella sua relazione che “ancora non sono disponibili dati consolidati sulle denunce, tuttavia i sensori sul territorio hanno fornito notizie allarmanti”.
Malgrado l’impegno profuso dalla struttura commissariale la valutazione sull’intervento in favore delle vittime di usura o racket è sostanzialmente negativo: “aver riservato ad una vittima di usura la concessione di un mutuo, sia pure senza interessi e rateizzabile – leggiamo nella relazione – non è stato efficace ai fini che la norma si prefiggeva”. Il problema sono i tempi: “quando un imprenditore ricorre all’usuraio si trova già in una condizione economica disperata” e non è spesso in grado di attendere i tempi della concessione del mutuo. Solo il 20% dei soggetti a cui è stato concesso il mutuo ha avuto la possibilità di restituirlo.
I casi denunciati alle strutture commissariali sarebbero comunque una goccia nel mare: non per tutte le vittime è conveniente denunciare di essere usurati, secondo una ricerca dell’Università Bocconi, i controlli, anche fiscali, conseguenti alla denunciano disincentivano molte imprese a rivolgersi alle autorità. Un elemento molto importante questo per comprendere il perché spesso usurati ed usurai risultano interessati a non rompere il rapporto, tendendo a un reciproco equilibrio. Non è raro verificare come entrambi, usurati ed usurai, condividano, oltre all’ambiente di provenienza, esperienze simili come casi di evasione fiscale, di reati contro il patrimonio o della bancarotta fraudolenta.
E non tutti i casi di usura riguardano la criminalità organizzata. Vent’anni fa gli inquirenti veronesi che stavano seguendo le mosse di un vecchio usuraio autoctono, intercettarono una sua conversazione con un “cliente” che, caso strano, rispose alle richieste dell’usuraio minacciandolo. Il “cliente” rispondeva al nome di Domenico Multari, riconosciuto boss ‘ndranghetista della bassa veronese, in questo caso nell’inedito ruolo di “vittima”.