A dispetto dei larghi sorrisi di rito, la formazione della nuova giunta regionale veneta dev’essere stata un vero travaglio. La zaiana Elisa De Berti entra in posizione defilata: non è assessora, ma “consigliere delegato a Infrastrutture e attuazione del programma”, con la fumosa promessa di una futura promozione a sottosegretaria alla Presidenza, ruolo che al momento non esiste.
Una compensazione che arriva dopo la resistenza di Fratelli d’Italia, che – malgrado il magro risultato elettorale – resiste in alcuni posti chiave anche se manca il colpo grosso: la sanità andata ad un “tecnico”, Gino Gerosa, luminare della scuola di medicina padovana, cardiochirurgo di fama. Il curriculum di Gerosa pone al riparo Stefani dalle contestazioni politiche, ma non silenzia i dubbi sul fatto che uno specialista possa porre rimedio al collasso della medicina territoriale – eredità dell’amministrazione Zaia – ed affrontare l’emergenza della diffusa cronicità.
I meloniani portano a casa la vicepresidenza e le deleghe a Turismo e Lavoro con lo jesolano Lucas Pavanetto; la pesante delega all’Agricoltura con il bellunese Dario Bond, che cumula anche la neonata competenza sulle “aree alte”; il Bilancio con il padovano Filippo Giacinti, sindaco di Albignasego; e la Formazione – delega tradizionalmente foriera di risorse e consenso – che resta alla sindaca di Porto Viro Valeria Mantovan, cui si aggiunge anche la Cultura. Nella Lega – così come nel governo regionale – l’asse si sposta da Treviso a Padova. Non dev’essere piaciuto a Luca Zaia l’ingresso in giunta di Massimo Bitonci, salviniano di ferro, ex sindaco di Cittadella e di Padova, oggi sottosegretario al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che in Regione ottiene la delega all’Impresa, più Commercio, Fiere, Innovazione e Sburocratizzazione – secondo obiettivo strategico di Stefani dopo il welfare – oltre al pingue Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr).
Dal Trevigiano – un tempo caput mundi della politica veneta – arriva soltanto Paola Roma, sindaca di Ponte di Piave, che assume la nuova delega al Sociale, cavallo di battaglia del neopresidente in campagna elettorale, insieme a quelle su Abitare e Sport. Da Verona giunge Diego Ruzza, già sindaco di Zevio, psicologo con deleghe a Trasporti e Mobilità.
In quindici anni di governo Zaia sono stati cementificati 43 mila ettari di suolo, un’area più grande dell’intero Comune di Venezia, ma abbiamo la garanzia che le betoniere non si fermeranno: è stata attribuita infatti la delega all’urbanistica al vicentino Marco Zecchinato che in questi anni ha comunque avuto la regia di fatto delle politiche territoriali avendo elaborato i dispositivi normativi – tra cui il più celebre denominato “cantiere veloce” – in grado di soddisfare le esigenze degli operatori del settore edilizio.
Forza Italia d’altronde incassa l’Ambiente e la Protezione Civile con Elisa Venturini già sindaca di Casalserugo, provincia di Padova, icona dell’impegno dei sindaci nei giorni dell’alluvione del 2010.
Vez News 13 dicembre 2025