Da più di quindici anni infatti piazza San Marco è preclusa ai veneziani sia per la massa turistica che rende impossibile la sua agibilità e sia perché, a partire dal 2009, un’ordinanza del Ministero dell’Interno, confermata dal Prefetto nel 2019, ha vietato lo svolgimento di manifestazioni politiche, culturali o artistiche in piazza San Marco a Venezia, citando la sicurezza pubblica e la protezione del patrimonio artistico. “L’impossibilità di accedere alla piazza – racconta Alberto Madricardo presidente dell’associazione P.E.R. Venezia Consapevole – è sentita dai veneziani come una menomazione”.
Da qui la decisione da parte di una nutrita pattuglia di realtà veneziane di promuovere la Festa dei veneziani in Piazza, una tre giorni – da venerdì 17 a domenica 19 ottobre – con visite culturali, giochi per bambini, musiche e teatro. Un ritorno quello dei veneziani in piazza San Marco dopo diversi decenni a parte qualche eccezione, come la manifestazione spontanea in occasione della morte di Valeria Solesin, la giovane ricercatrice veneziana uccisa a Parigi nel 2015 che portò in piazza centinaia di veneziani o la manifestazione, nel 2019, del Comitato No Grandi Navi in occasione dell’incidente di una nave da crociera MSC nel canale della Giudecca. Eccezioni che confermano come piazza San Marco rimanga nel cuore dei veneziani il luogo dove ritrovarsi e manifestarsi.
Assai variegata la pattuglia promotrice: oltre all’associazionismo veneziano ci sono anche un paio di esercizi commerciali come il Caffè Florian – che preparerà la cioccolata calda per i bambini sabato pomeriggio – e il caffè al Todaro che preparerà gli spritz in occasione del concerto di domenica. Anche l’associazione delle guide turistiche aderisce offrendo pacchetti di visite guidate ai veneziani che potranno per una volta ammirare e conoscere la loro città.
Coincidenza vuole che la prevista riappropriazione di piazza San Marco coincida con il fervere dei preparativi per gli eventi in un altro luogo simbolo per i veneziani: l’isola di Poveglia, conquistata con una lunga lotta e data finalmente in concessione dal demanio all’associazione Poveglia per Tutti per trasformarla in un parco urbano “fruibile e libero da ogni vincolo per i veneziani nel mondo”, sottolinea Andrea Barina storico promotore della battaglia contro la privatizzazione dell’isola. “Il 5 ottobre saremo lì sull’isola – scandisce Barina – abbiamo coinvolto una ventina di realtà veneziane, dalle bocciofile alle remiere, dagli scout alle associazioni sportive per mettere a punto un programma di attività per tutto l’autunno e poi alla primavera, perché Poveglia divenga viva e vitale per la comunità veneziana”.
Una città ancora viva e vitale che però deve difendere con le unghie e con i denti i metri quadri che via via vengono sottratti a vantaggio dell’economia turistica: una battaglia condotta campiello per campiello, calle per calle dove i tavolini di bar e ristoranti invadono calli, campi e campielli. È in preparazione un’assemblea cittadina proprio sul tema dell’utilizzo dello spazio pubblico. “C’è una collisione tra le pratiche quotidiane di chi vive la città – racconta Laura Fregolent, docente allo Iuav e relatrice all’assemblea assieme a Mario Santi, attivista veneziano ed ideatore dell’iniziativa – e le strutture del commercio sempre più invadenti, serve una pianificazione più lungimirante che tuteli la vocazione pubblica degli spazi cittadini”. Uno degli episodi di questo conflitto è la multa comminata recentemente dai vigili urbani a dei ragazzini che giocavano a palla in un campo a Murano, un fatto che ha indignato molti e fatto scattare una raccolta di firme di protesta.
E proprio i giochi in piazza per bambini e ragazzi saranno tra gli eventi della manifestazione in piazza San Marco grazie al circolo Arci Luigi Nono che tra le tante meritorie attività promuove con regolarità nei campi della Giudecca – l’isola cuore pulsante della Venezia popolare – i giochi di una volta tra i bambini di oggi. “Alla Giudecca permane una grande solidarietà” osserva Tommaso Cacciari, noto attivista veneziano che qui ha contribuito ad aprire, da un anno, la palestra popolare Zenobia e l’attiguo circolo, punto di aggregazione con serate conviviali e presentazioni di libri. Alle attività di Zenobia collabora l’originale collettivo veneziano Tocia – che in dialetto denomina il gesto di intingere il pane nel sugo – impegnato nella riflessione sul cibo, la convivialità e la riflessione sul territorio.
Anche il sestriere di Castello custodisce l’animo popolare di Venezia e qui incontriamo il centro sociale occupato Morion che quest’anno festeggia i 35 anni di esistenza, propulsore di iniziative di grande impatto come le contestazioni dei sfarzosi festeggiamenti – con il relativo sequestro di parti della città – per il matrimonio di Bezos. Un altro centro di aggregazione molto attivo, Sale Docks, caratterizzato dall’impegno militante declinato nella ricerca artistica e culturale, lo troviamo negli ex magazzini del sale a Dorsoduro.
“Sentiamo il problema del ricambio generazionale nelle associazioni – racconta Irene, animatrice alla Giudecca del centro culturale CZ95 -, in questi anni che per gli studenti è difficile rimane a Venezia e diventarne cittadini”. Il problema della casa, qui più che altrove, è cruciale e a Venezia resiste, grazie ai militanti dell’Assemblea Sociale per la Casa, una realtà unica in Italia: una rete di quaranta case occupate da famiglie che altrimenti verrebbero cacciate, come tante altre, oltre il ponte della Libertà. Un altro primato veneziano è quello di un Gruppo di Acquisto Solidale longevo – Veneziano Gas è nato nel 2001 – e in espansione, conta ora l’adesione di 260 famiglie che accedono alla spesa di prodotti provenienti dall’entroterra veneziano, ma anche dalle isole della laguna. “Non è facile – scherza Stefano Bullo – che qui, tra barche e carretti a Venezia la logistica non aiuta, ma la crescita delle adesioni è costante”.
“A Venezia ci sono più associazioni che persone”, sorride Mario Santi commentando questa ricchezza di iniziative, ed in effetti scostando l’ingombrante coltre di luoghi comuni si scopre un città vitale e riflessiva. Attanagliata dai noti problemi di spopolamento, overturism, mancanza di servizi e pessima amministrazione, ma non domata, né rassegnata.
Altreconomia 2 ottobre 2025