Emergono diverse “scene d’interno” dalla lettura delle carte dell’ultima inchiesta della procura veneziana nei confronti di un gruppo accusato di essere parte di un’organizzazione ‘ndranghetista autonoma veneta legata alla cosca Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto. Il gruppo è attivo principalmente nell’edilizia e si sarebbe reso protagonista di una serie di reati come estorsione, traffico di droga, violenza. Da queste “scene” si capiscono alcune cose su come si muovono nel mondo accogliente degli affari in questa regione.
Servizi che convengono
Il gruppo ha disposizione una serie di ditte cartiere, cioè create solo per emettere fatture false. Grazie a questo meccanismo le ditte che eseguono effettivamente i lavori contabilizzano queste fatture creando un debito IVA che utilizzano per compensare debiti con il fisco. Le loro società possono così “operare sottocosto e/o con prezzi fuori mercato” visto che non “verranno mai versate sia le dovute imposte che i contributi previdenziali”. Fatto sta che gli inquirenti sottolineano come: “ulteriore dato preoccupante è la capacità delle imprese mafiose di attrarre a sé, allettate da facili guadagni,
imprese avulse da collegamenti con la criminalità ed apparentemente sane”.
La reputazione
La reputazione è tutto, il logo mafioso è fondamentale perché incute timore e rispetto. I giornali da questo punto di vista aiutano: “siamo diventati forti che siamo usciti sul giornale circa 50 volte” dichiara F.B. Ma è un’arma a doppio taglio: i “giornalisti gonfiano” attribuendo appartenenze mafiose a chi non lo è e si guadagnano il rispetto persone che “non lo meriterebbero”.
Bancarotte e truffe
Il lavoro incessante è quello di architettare truffe, bancarotte e evasioni fiscali. Durante una cena pianificano la ricerca di un professionista che possa rilasciare un “visto di conformità” per ottenere un grosso appalto per lavori finanziati con il 110%. “L’agenzia delle entrate, tu metti il visto di conformità, e lei che (incomprensibile) non guarda niente non controlla niente, perché l’agenzia delle entrate ha cinque anni di tempo per controllare”. Ottenuto il credito d’imposta sul 110% dei lavori, l’impresa l’avrebbe ceduto a terzi – “sempre robe di credito da spostare” – per poi dissolversi con una bancarotta. I professionisti ci sarebbero, ma il rischio è molto grosso. Poi lavori con il 110% ne troveranno…
La violenza
Nella notte tra il 10 e l’11 ottobre del 2021 veniva bruciata la macchina della moglie di D.M. piccolo imprenditore edile veronese. Negli stessi giorni un altro imprenditore A.B. Viene picchiato in un bar della provincia veronese. F.B. picchiandolo “gli avrebbe detto che “qui a Verona è tutta roba loro”, facendo intendere che per lavorare bisogna passare da loro, che vogliono avere il monopolio dei lavori edili sul Veronese”. Secondo D.M il motivo della violenza è sempre lo stesso: il rifiuto di dare una mano al gruppo a trovare nuovi lavori. D’altronde la violenza viene più spesso promessa e chicchierata:
“non è il fatto di rispettare… è il fattore che se toccano ad uno di noi, noi facciamo una guerra, noi, noi dichiariamo guerra, se toccano ad uno di noi, noi davvero dichiariamo la guerra agli altri, ma non con le parole, con i fatti!”
Un occhio alla politica
A colloquio con un possibile partner, M.B., per la costruzione di appartamenti nel suo terreno, uno degli indagati A.M. racconta “ chiamo l’ingegnere e (…) con il suo benestare, perché conosce […] in comune mi fa passare le pratiche […] l’architetto (…) spingere un pochettino, spingere un pochettino”. Sull’onda delle possibili scorciatoie l’interlocutore M.B. interviene dicendo: “ho scoperto, ho scoperto che l’assessore all’edilizia nel comune di Sona di Verona, fa parte del nostro partito (…) ci sono le elezioni ad aprile..”, al che un altro indagato, F.P., presente alla discussione propone: “se vuoi ci mettiamo pure noi nello stesso partito”. Qui M.B. frena: “ecco…ecco…ecco….è pericoloso, gli impresari edili che entrano nel partito è sempre brutta, siete guardati con il binocolo, con la lente di ingrandimento (…)” e A.M. conferma: “li condannano ancora prima di andare in tribunale”
Droga
Tra una truffa e la conduzione dei cantieri di quando in quando fanno affari anche con gli stupefacenti. Comprano, vendono e pure consumano. “Dice che se ne consuma quanto un cancaro se ne consuma questo – dice F.P. riferendosi ad uno degli esponenti del gruppo -, Santì, ma tu te lo ricordi quel giorno che era qua? Che era in bagno che si é stato dieci minuti? Aveva il naso tutto bianco!”
Educazione criminale
“prenditi un diploma e poi puoi fare che cacchio che vuoi tu” raccomanda T.R. al ragazzino, ma il padre F.B. ci tiene che invece segua le orme del padre: “glielo do io il diploma a mio figlio (…) mio figlio deve fare il diploma di maestranza, maestranza, lo sai che vuol dire? Deve servire il popolo, Robin Hood del sud! (…) lui deve camminare con la pistola con il nove per ventuno in canna! (…) lui deve comandare! (…) se mi arrestano a me deve comandare lui!”. Non tutti sono d’accordo con F.B. che viene tacciato di avere una mentalità arretrata. A T.R preoccupata che seguendo le orme del padre il ragazzo possa finire in galera, risponde un compare, A.G. che sottolinea: “ahh ma se lo arrestano é una scuola, quando lo arrestano, é una scuola quando lo arrestano! […] é una cosa buona, io il carcere lo darei a tutti i giovani lo darei!”
La divisione dei ruoli
Ciascuno ha le sue competenze: “ho messo a S.M., e ho detto, voi siete qua semplicemente che siete l’altra parte della medaglia mia, quando ho un problema lo dovete risolvere, i problemi che possono essere risolti da S.M. quali sono, di andare addosso a qualcuno, che non vanno a chiamare ad un altro a risolvere i problemi, questo per me dovete fare, non dovete fare il cantiere, il cantiere non pretendo che lo fa Santino, lo faccio io, ma pure a livello di ufficio lo faccio io…”
La Tav tentata
Le grandi opere fanno gola e la porta d’entrata è sempre il distacco dei lavoratori, ma questa volta non va dritta. Tra il novembre del 2023 e gennaio 2024 una delle società del gruppo sottoscrive due contratti per il distacco di manodopera per una ditta affidataria di lavori del Consorzio Iricav 2 cioè per l’Alta Velocità. La richiesta di informazione alla Procura sulla società distaccante porta ad una interdittiva antimafia e quindi alla rescissione dei contratti.
Come ti tratto gli operai
Nel gennaio del 2022 un operaio cade dal ponteggio di un cantiere a Verona, e viene “indotto” – come accade troppo spesso in tanti altri casi – a dichiarare che era caduto dal marciapiede. L’operaio appare ingenuo: “Ma perché non devo dire che mi sono fatto male sul lavoro?” La risposta di S.M. è scontata “e se no viene fuori lo Spisal, i controlli e poi prendiamo la multa…”. Un paio di mesi dopo due lavoratori delle ditte del gruppo intentano una vertenza tramite i sindacati. “Il problema è un altro, signor S., è che si prendono accordi verbali con una cifra a tot. all’ora, alla giornata…e poi non si onorano purtroppo gli accordi verbali che tra l’altro non sarebbero neanche legittimi, perché
bisognerebbe applicare correttamente il contratto” spiega la sindacalista intervenuta. Per sistemare la vicenda F.B. parte per Isola Capo Rizzuto che gli operai sono di giù imparentati con persone di loro conoscenza. “Sta partendo stasera … lo squarta paro paro” è l’inquietante avvertimento. Ma poi le cose si sistemeranno.
Nord – Sud
Tra il nord e il sud viaggiano i soldi – “Mo scendo io! (…) io siccome devo andare sotto se me li dai io te li ridò…vado e li porto sotto questi qua! Mo tu guarda che cazzo di cosa, li devo portare sotto, da sotto li devono mandare sopra tramite ditte, che cazzo di giri che devono fare -, ma anche le rassicurazioni
– ti sto dicendo che all’Isola [Isola Capo Rizzuto ndr]…S. ha detto ieri che all’Isola c’è “ù gridu” [..] “ù gridu” che stiamo andando bene – ed anche il riconoscimento di buona condotta che ricercherà, ad esempio, S.M. malgrado il nipote abbia iniziato a collaborare con la giustizia.
Gruppo Nem 23 aprile 2025